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Badante Torino: come compilare la “busta paga”

Se stai cercando una badante a Torino, allora è bene che tu conosca tutti gli adempimenti e gli aspetti burocratici legati all’assunzione di questa figura.

Ebbene sì, tra i numerosissimi adempimenti che riguardano l’aspetto burocratico intorno al pagamento delle badanti, sicuramente quello più “scottante” riguarda proprio la “busta paga”.

Non sempre tutti conoscono i metodi di compilazione, i termini, le scadenze, le cifre precise e le dichiarazioni da fare intorno alla “busta paga”, ed è per questo che abbiamo cercato di tracciare una piccola guida – che non ha assolutamente alcuna pretesa di esaustività, ma che si prefigge il compito di fare maggiore chiarezza, e da utilizzare come prima “infarinatura”. D’altronde la si è compilata tenendo presente i principali canali di informazione e divulgazione fiscale.

Difatti la AES DOMICILIO dispone di un servizio ad hoc in materia di adempimenti burocratici, a cui potersi rivolgere per sbrigare pratiche di questo tipo; ed è per questo che vi invitiamo a visitare meglio il nostro sito per maggiori informazioni.

Iniziamo questa piccola guida preliminare, insieme!

Per leggere altri approfondimenti sulle agenzie di badanti, oppure se vuoi scoprire come mettere in regola la tua badante e quali sono tutti i passaggi burocratici da rispettare, contattaci! Con Aes Domicilio siamo attivi in tutta la Regione Lombardia, in Emilia-Romagna, in Lazio ed in particolare nelle province di Milano, Modena, Bologna e Roma se cerchi Badanti a Milano, Badante a Monza, Badante a Como, Badante a Lecco, Badante Modena e Badante Bologna e Badante a Roma.

Alcuni cenni e direttive

Avere una colf, badante convivente o baby sitter in regola non significa solo versare regolarmente i contributi previdenziali all’Inps. Al contrario, sono numerosi e non tutti semplici gli adempimenti previsti nel Ccnl del settore a cominciare dalla compilazione della busta paga mensile. Ma quali sono le voci che deve contenere? Per prima cosa è bene sapere che il prospetto paga deve essere sempre stampato in duplice copia, firmato dalle parti e correttamente archiviato.

La dead line è quella della fine di ogni mese.   

L’articolo 34 del Ccnl chiarisce poi quali siano le voci da inserire: retribuzione, indennità, scatti di anzianità e trattenuta dei contributi Inps e Cassacolf.

  1. La retribuzione (lorda e netta) non può mai essere inferiore ai minimi sindacali: gli ultimi valori, quelli previsti in occasione del rinnovo contrattuale firmato dalle Parti Sociali l’8 settembre scorso, sono entrati in vigore dal 1 gennaio 2021 ma attenzione perché entro la fine del corrente mese potrebbero subire delle modifiche per effetto della variazione dell’indice Istat. Importante ricordare che eventuali scatti di anzianità (pari al 4% della retribuzione minima sindacale del livello di appartenenza) maturano ogni biennio di servizio e che per i domestici conviventi nella busta paga deve essere inserito il valore figurativo dell’alloggio mensilmente percepito e del vitto che, all’occorrenza, può anche essere monetizzato.
  2. Oltre alla retribuzione e all’eventuale superminimo (la retribuzione extra rispetto ai minimi e agli scatti di anzianità) alcune assistenti familiari hanno poi diritto a vedersi riconosciuta una specifica indennità: 0,70 euro l’ora per le baby sitter che assistono minori di 6 anni che diventano 115,76 al mese per le conviventi e 0,43 euro l’ora per le badanti che si prendono cura di 2 anziani non autosufficienti nella stessa abitazione, 100 euro al mese in più in caso di convivenza.
  3. Nel prospetto paga vanno, infine, indicate anche eventuali ore di straordinario (per le festività un extra pari al 60% della retribuzione globale di fatto e pari al 50% in caso di attività notturna), giorni di malattia (sono a carico della famiglia fino ad un massimo 15 giorni a seconda dell’anzianità di servizio, i primi 3 al 50%) e le ferie: ogni mese i lavoratori maturano 2,16 giorni di ferie, complessivamente hanno diritto a 26 giorni all’anno, per non rischiare di sbagliare è buona prassi inserire nella busta un contatore delle ferie.
  4. A chiarire la maturazione e il diritto agli scatti di anzianità nel CCNL del lavoro domestico è l’art. 37 (ex art. 36) del contratto collettivo. Gli scatti di anzianità nel contratto colf e badanti sono determinati in misura percentuale. Quindi l’importo varia in base allo stipendio minimo o base del livello di inquadramento del lavoratore domestico. Ai lavoratori spettano 7 scatti biennali per l’anzianità di servizio maturata presso lo stesso datore di lavoro. L’importo dello scatto di anzianità varia quindi in base allo stipendio relativo al livello di inquadramento, in quanto lo scatto di anzianità è fissato nella percentuale del 4 per cento di aumento per ogni biennio di anzianità di servizio. Nel CCNL lavoro domestico, a differenza di altri contratti collettivi, gli scatti di anzianità non sono stabiliti come importo fisso per i vari livelli, bensì fissati in percentuale al 4 per cento per tutti i livelli. La differenza di importo tra un livello e l’altro sarà dato dal differente importo dello stipendio sul quale il 4 per cento va calcolato.

Il contratto collettivo Colf e badanti, quindi lavoro domestico, stabilisce che “Il lavoratore che abbia superato il periodo di prova senza aver ricevuto disdetta s’intende automaticamente confermato. Il servizio prestato durante il periodo di prova va computato a tutti gli effetti dell’anzianità”. Quindi, se il lavoratore chiamato a svolgere attività di lavoro domestico, supera con successo il periodo di prova, lo stesso periodo va computato ai fini dell’anzianità di servizio.

Lo scatto di anzianità è fissato in misura percentuale sulla retribuzione minima contrattuale, al 4 per cento. Gli scatti di anzianità vengono quindi calcolati sulla paga base minima e quindi, essendo questa aumentata ogni anno, il valore dello scatto cambia ogni anno e quindi varia anche l’importo totale complessivo della paga e degli scatti. Ma da che giorno si calcolano gli scatti di anzianità? Per capire in che momento dell’anno va calcolato lo scatto di anzianità è necessario prendere come riferimento la data di assunzione del lavoratore domestico.

Se l’assunzione è iniziata il primo giorno del mese, il primo scatto di anzianità matura e deve essere concesso dopo 24 mesi esatti. Quindi, il dipendente assunto il 1° marzo 2020, completerà i 24 mesi di lavoro a fine febbraio del 2022 e quindi avrà il primo scatto di anzianità dal 1° marzo 2022. Qualora l’assunzione fosse partita in un giorno diverso dal primo del mese, lo scatto di anzianità viene applicato dopo 25 mesi. Quindi, il dipendente assunto il 2 marzo 2020 riceverà il primo scatto di anzianità il 1° aprile 2022. Questo in quanto la nota a verbale dell’art. 37 stabilisce che “il primo scatto di anzianità matura dal mese successivo al compimento del 24° mese di servizio. Gli scatti di anzianità maturano dal mese successivo al compimento del biennio di servizio”. E pertanto i 24 mesi di servizio vengono completati il 1 marzo 2020 e pertanto il lavoratore ha diritto agli scatti di anzianità dal mese successivo a quello di compimento dei 24 mesi o del biennio di servizio.

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Assumere badanti con partita iva a Torino: rischi e vantaggi

Sono sempre di più le badanti a Torino che svolgono il proprio lavoro tramite Partita IVA.

Sei una badante che ha trovato lavoro tramite una Cooperativa a Torino che ti ha fatto prendere la Partita IVA e ti ha mandato a lavorare presso una famiglia o un anziano?

Sicuramente avrai capito che lavorando con la partita IVA sei un lavoratore autonomo e non hai diritto al versamento dei contributi, non hai l’assicurazione INAIL, non hai la Tredicesima, le Ferie, il TFR, la Malattia eccetera. Tuttavia se il tuo lavoro consiste nel fare la badante presso una famiglia di Torino, in modo continuativo e regolare, allora è molto probabile che in realtà il tuo lavoro sia di tipo subordinato e quindi avresti diritto a tutti questi diritti dei lavoratori dipendenti, anche se sulla carta sei una lavoratrice autonoma.

Il problema è che spesso chi deve far valere i tuoi diritti, ingenuamente, cerca di farlo chiedendo alla Cooperativa di assumerti come lavoratrice subordinata. Ma questo è assolutamente sbagliato, in quanto tu non lavori per la Cooperativa ma lavori per la famiglia che è l’utilizzatrice delle tue prestazioni.

Per questo se cercherai di far riconoscere i tuoi diritti, cercando di far riconoscere un contratto di lavoro subordinato alla cooperativa, rischierai di avere torto in quanto la cooperativa non ti impartisce direttive, non organizza il tuo lavoro e non presti opera presso la cooperativa, che tra l’altro non risulta essere autorizzata alla somministrazione di personale dal Ministero del Lavoro, quindi anche volendo non potrebbe assumerti come dipendente e mandarti a lavorare da una famiglia utilizzatrice della prestazione.

Invece se la famiglia dove lavori ti dice cosa fare, quando farlo e come farlo, allora potresti provare a trasformare il tuo rapporto di lavoro autonomo in un rapporto di lavoro subordinato e regolato dal CCNL domestico chiedendo alla famiglia dove lavori di riqualificare la tua posizione lavorativa, e in questo caso se effettivamente lavori in modo continuativo e regolare e la famiglia ti impartisce le direttive e controlla il tuo operato, allora avrai buone possibilità di farti pagare le differenze retributive dovute a Ferie, tredicesime, TFR, assicurazioni e contributi inps eccetera.

Inoltre, se ancora in essere, potrai riqualificare il tuo rapporto di lavoro direttamente alle dipendenze della famiglia dove lavori, senza avere più rapporti con la cooperativa abusiva che verrebbe anche multata per somministrazione illecita di lavoro. Quindi i tuoi diritti relativi a queste differenze retributive sono a carico della famiglia dove lavori, che avrebbe fin da subito dovuto assumerti rispettando il CCNL domestico come fanno tutte le famiglie che regolarmente assumono una badante a Torino. In ogni caso potrai rivendicare i tuoi diritti anche se non lavori più. Se il tuo lavoro è finito, potrai comunque farti pagare tutte le differenze arretrate direttamente dalla famiglia dove lavori.

Ma per poter arrivare a questo punto, è necessario prima dimostrare che il lavoro svolto come badante è di tipo subordinato (dipendente) e non autonomo.

Vuoi sapere quanto costa una badante? AES Domicilio (assistenza anziani a domicilio) è attiva con le proprie badanti in tutta la Regione Lombardia, in Emilia-Romagna, in Lazio ed in particolare nelle province di Milano, Modena, Bologna e Roma se cerchi Badanti a Milano, Badante a Monza, Badante a Como, Badante a Lecco, Badante Modena, Badante Bologna e Badante a Roma.

La Cooperativa che ti ha mandato a lavorare e che ha percepito i compensi, in questa circostanza starebbe operando come agenzia di somministrazione di lavoratori, anche chiamate agenzie interinali. Queste cooperative non hanno autorizzazione ministeriale alla somministrazione di personale, come previsto dalla legge 276/03, e quindi questa somministrazione di lavoro domestico sarebbe abusiva e andrebbe sanzionata pesantemente come previsto da tale legge.

Riepilogando, se il tuo lavoro è di tipo subordinato, ovvero nella pratica sei dipendente della famiglia dove lavori, ma sei “assunta” con Partita IVA:

  1. puoi chiedere alla famiglia di assumerti istantaneamente in regola nel rispetto del CCNL domestico
  2. chiedere il pagamento di Contributi, Tredicesime, Ferie, TFR e differenze retributive passate
  3. la cooperativa che ti ha mandato a lavorare facendoti prendere la Partita IVA rischia una sanzione per somministrazione irregolare di lavoratori.
    Se queste Cooperative vi fanno lavorare conuna Partita IVA, parlatene con la famiglia dove lavorate che probabilmente non ha la più pallida idea del fatto che rischiano una vostra denuncia. Le famiglie spesso pensano che pagando la fattura a queste false Cooperative, sia tutto in regola. Invece non è così e queste Cooperative potrebbero anche chiudere e riaprire con un altro nome in caso di problemi, lasciando le famiglie con buchi contributivi e differenze retributive delle lavoratrici.

Inoltre le famiglie pensano di non poter assumere direttamente con il CCNL domestico, le badanti fornite dalla cooperativa, in quanto nel contratto che le famiglie firmano con la Cooperativa ci sono spesso clausole con penali in caso di regolarizzazione del contratto per badante e badante convivente da parte della famiglia.

Ma queste clausole vessatorie sono nulle in quanto non si può vietare di mettere in regola un lavoratore.

Tutto il contratto fatto al cliente (famiglia) della cooperativa sarebbe nullo se il rapporto di lavoro fosse nella pratica di tipo subordinato. Infatti un contratto di somministrazione di lavoratori domestici fatto da una agenzia non autorizzata diventa nullo per la legge 276/03 e il lavoratore va assunto direttamente dalla famiglia.

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Quanto costa una badante per il sabato e la domenica a Torino?

Molto spesso anche a Torino capita a molte famiglie di avere bisogno di una badante che offra servizio di assistenza solo per il weekend. Ma quanto costa una badante a Torino per il sabato e la domenica? Ne parliamo in questo articolo!

Il week-end della badante

Ebbene sì, il fatidico week-end, molte volte, ha anche dei risvolti più fastidiosi di quelli che sembrano; una badante convivente o una badante ad ore possono anche optare di non operare durante il Sabato e la Domenica, usufruendo di diritto ai propri giorni di riposo. Tuttavia le esigenze delle persone a cui badare non sempre, cioè mai, entrano in pausa nel week-end, ed a volte le famiglie si trovano costrette ad assumere un’altra badante che possa coprire quei due giorni.

Ovviamente questo spinge la riflessione ad un altro aspetto che è quello economico: quanto costa una badante per il sabato e la domenica?

Il costo della badante nel week-end

Quanto costa una badante? Noi di AES DOMICILIO abbiamo posto un tariffario in modo tale che tutti possano leggere e confrontarsi con i prezzi da affrontare. Per una badante che sia presente tutti i week-end del mese il costo è di 1.350€ al mese, compreso il costo della sostituzione.

Il “contratto sostituzione riposi”

Questo tipo di contratto prevede:

  1. la possibilità di sostituire solamente una badante full-time che fa assistenza a persone non autosufficienti quindi assunta con livello CS o DS, a prescindere dal fatto che questa sia convivente o meno;
  2. che il collaboratore sostitutivo venga assunto con lo stesso livello di inquadramento previsto per la badante principale;
  3. che il collaboratore sia assunto di prassi con regime di non convivenza anche se, dovendo il più delle volte sostituire un convivente, svolge le sue mansioni come se fosse convivente; é quindi prevista implicitamente anche la presenza notturna per il sabato e la domenica. In realtà il Ccnl indica che il collaboratore assunto con questo tipo di contratto potrebbe essere sia convivente che non convivente ma poi nelle tabelle che riportano le paghe minime sindacali é stabilita solamente una paga oraria, facendo desumere implicitamente che il collaboratore figura come non convivente.
  4. La retribuzione oraria minima stabilita anno per anno dai sindacati per questa tipologia di contratto si può consultare dalla tabella non conviventi (VEDI IL PROSSIMO PARAGRAFO) e va applicata per i giorni feriali, festivi e anche per le domeniche infatti come stabilisce il CCnl “Tali prestazioni saranno retribuite sulla base della tabella G comprensiva di tutte le maggiorazioni previste.”
  5. In caso di sostituzione di badante convivente il collaboratore sostitutivo dei riposi di norma lavora dal sabato alle 12 alla domenica sera oppure anche fino al lunedì mattina se la collaboratrice principale non torna presso il datore la domenica notte. Se la notte la badante sostitutiva semplicemente dorme nella stanza a fianco (presenza notturna) non vanno conteggiate nella retribuzione e nemmeno ai fini contributivi le relative ore, in analogia al contratto di convivenza della collaboratrice principale.
  6. Di prassi, quando si assume una badante con questo tipo di contratto si stabilisce lo stesso orario giornaliero effettuato dalla collaboratrice principale durante le sue giornate lavorative. Se  ad esempio si deve sostituire una badante convivente che fa 10 ore dal lunedì al venerdì e 4 al sabato per il collaboratore sostitutivo si pattuiscono 6 ore di lavoro il sabato (a completamento delle 10 ore convenzionali giornaliere previste per i conviventi) e 10 per la domenica.

Se cerchi una badante, affidati ad AES Domicilio, agenzia di selezione badante in 24 ore. Disponiamo di tariffe badanti estremamente competitive e siamo attivi su tutta la Lombardia, in Emilia Romagna, in Lazio e in particolare nelle province di Milano, Modena, Bologna e Roma se cerchi Badanti a Milano, Badante a Monza, Badante a Como, Badante a Lecco, Badante Modena, Badante Bologna e Badante a Roma.

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Torino: badante o colf? Differenze anche contrattuali!

Le mansioni della badante sono pressoché ancora indefinite: chi ingaggia una badante non sa precisamente cosa andrà a fare e cosa invece no. Certo è che il compito della badante sia quello di assistere l’anziano nelle sue funzioni biologiche e fisiologiche, operando in base alle patologie che l’affliggono – in base alle quali AES DOMICILIO seleziona ad hoc una badante per le vostre esigenze, grazie ad un attento team di “screening” che valuta le competenze e le compatibilità della badante con il lavoro all’interno di un nucleo familiare. Se cerchi una badante chiama AES Domicilio.

Troppo spesso si confonde la badante con la “colf”, si pensa che oltre che ad assistere l’anziano ed a mantenere una necessaria igiene domestica dell’ambiente frequentato dall’anziano, debba fare anche altre cose come: stirare, lavare tende, lucidare il parquet, ed altro. Ciò non è previsto nelle mansioni della badante a meno che non ci sia un patto tacito e prestabilito tra la badante e la famiglia, e la badante accetti questa situazione di favore.

Devi assumere una badante o una colf?

Devi sapere che la categoria alla quale appartengono colf e badanti è la stessa: si tratta di una particolare categoria di lavoratori dipendenti, i collaboratori domestici. I lavoratori domestici prestano la propria opera per il funzionamento della vita familiare, con continuità e nell’abitazione del datore di lavoro (esclusi sporadici casi di distacco). Il datore di lavoro può essere un privato, una famiglia o una comunità stabile senza fini di lucro.

Ma come devono essere assunte la colf e la badante, qual è il loro corretto inquadramento?

L’inquadramento, cioè il livello al quale la colf o la badante deve essere assunta, dipende sia dalle mansioni che andrà a svolgere, che dall’esperienza e dalle responsabilità delle quali è investita. In parole semplici, la badante non ha, di per sé, il diritto di essere inquadrata a un livello più alto rispetto alla colf (la badante non può, però, essere inquadrata nei due livelli più bassi), né vale il contrario, ma il livello di appartenenza dipende dall’esperienza, dalle mansioni che si devono svolgere in concreto e dalle responsabilità. Per quanto riguarda lo stipendio ed il contratto della badante, poi, questo cambia non soltanto in relazione al livello, ma anche all’orario di lavoro, allo svolgimento di lavoro notturno, straordinario, festivo, etc. Facciamo allora il punto su badante e colf: differenza e inquadramento, stipendio, orario di lavoro, mansioni.

Assistenza anziani lavori domestici

Hai bisogno di una mano per l’assunzione della tua badante o della tua colf?
Sei alla ricerca di un aiuto per la gestione amministrativa della tua badante?

AES Domicilio è attiva con le proprie badanti in tutta la Regione Lombardia ed in particolare nelle province di Milano, Monza e Brianza, Como, Badante Lecco, Agenzia Badanti Bergamo e Pavia.
Siamo anche presenti attraverso i nostri uffici o i nostri partner in franchising ad esempio in Friuli Venezia Giulia: Agenzia Badanti Trieste , Gorizia, Udine ed in molte altre province del Nord Italia.

La retribuzione non è uguale per tutti i collaboratori familiari, ma cambia a seconda del livello d’inquadramento. L’inquadramento del lavoratore domestico dipende sia dalle mansioni svolte, che dalla qualifica acquisita dal lavoratore, dalla convivenza o meno con la famiglia e dall’orario di lavoro. In particolare, la prestazione di lavoro domestico può essere resa in regime di: convivenza, che a sua volta può essere:

1) a servizio intero; 2) a servizio ridotto, per lavoratori inquadrati nei livelli C, B e B Super e studenti di età compresa fra i 16 e i 40 anni; 3)non convivenza, a tempo pieno o parziale. Il lavoratore domestico può essere assunto a tempo indeterminato o determinato, anche col contratto di somministrazione. Se la prestazione non è resa in modo continuativo ma occasionale, è possibile utilizzare il Libretto famiglia.

 

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Intervista alla Badante Pavlova di Torino

In questo articolo vorremmo parlare dell’importante e delicata professione della badante attraverso l’esperienza diretta di una lavoratrice, probabilmente un’esperienza comune a molte altre badanti che lavorano a Torino. (Per tutelare la riservatezza dell’identità della persona con cui un membro del nostro team ha compiuto questa intervista sulla vita quotidiana, sulle impressioni, e sulla professione della badante, utilizzeremo il nome fittizio di Pavlova).

Ecco qui l’intervista a Pavlova, badante a Torino.

AES: Buongiorno Pavolva, e grazie per averci accolto

Pavlova: Grazie a voi per essere venuti fin qui e per avermi contattato!

AES: Allora Pavlova partiamo subito dalla prima domanda: perché ci hai invitato in questo bar di Torino, ma invece di star seduta al tavolino ti troviamo dietro il bancone? Sei in orario di lavoro?

Pavlova: A dire la verità il bar è mio.

AES: Tuo? Spiegaci meglio!

Pavlova: Allora, diciamo che io ormai non lavoro più qui, do una mano quando e come posso. Il mio lavoro è fare la badante!

AES: E tu, praticamente, prima di fare la badante avevi questo bar?

Pavlova: Per niente! Io prima di fare la badante non avevo niente! Zero spaccato. Io sono arrivata in Italia, e cercai subito lavoro. Poi incontrai un ragazzo, e siamo stati insieme. Questo ragazzo aveva un bar, e per 5 anni ci ho lavorato dentro, ed ho imparato tutto. Ad un certo punto ero io che parlavo con i fornitori, che aprivo e chiudevo…

AES: E il tuo fidanzato?

Pavlova: Mi tradiva. Io appena l’ho scoperto ho dovuto fare finta di niente…

AES: Perché?

Pavlova: Perché io ero una stupida! I soldi che guadagnavo li investivo anche io in quel bar, e da parte riuscivo a mettere poco e niente. Da quando ho saputo che mi tradiva, ho dovuto ingoiare il rospo e far finta di niente. Per mesi e mesi ho messo da parte qualcosa, e una mattina me ne sono andata senza dire niente. Ho lasciato solo una letttera.

AES: E lui come ha reagito?

Pavlova: Sparito. Niente. Non mi ha mai chiamato né ha chiesto spiegazioni. Io dopo essermene andata mi trasferii in questo paese dove siamo ora, perché avevo una mia amica che lavorava qui come badante. E per un periodo siamo state insieme in casa. Poi mi ha fatto conoscere la signora Agnese e da allora è iniziato tutto!

AES: Spiegaci meglio la tua storia, siamo curiosi.

Pavlova: Beh non c’è molto da dire, sono 10 anni che assisto la signora Agnese e non abbiamo mai litigato. Io negli anni ho sacrificato la possibilità di farmi una famiglia per starle accanto e questo la signora Agnese l’ha capito molto bene, però è stata molto generosa con me.

AES: Perdonaci la schiettezza: generosa in che senso?

Pavlova: Io lavoro con la sua famiglia da 10 anni, e da sempre regolarmente assunta; ma circa due anni fa mi ha fatto un regalo di una somma di denaro abbastanza grande e con quella somma ho aperto questo bar; infatti se uscite fuori – sicuramente non l’avete letta – sulla insegna c’è la scritta: “Bar Agnese”…

AES: Wow che storia! E come riesci a conciliare le due cose?

Pavlova: Appena posso vengo qui al bar, ma di solito ho dei dipendenti. Certo, questa è stata una scelta dura per me: non ho compagni, né ho figli, ed ho varcato la soglia dei cinquant’anni. Sono abbastanza intelligente per capire che una relazione a questa età è troppo pericolosa; però sono appagata e felice.

AES: Pavlova grazie mille di questa tua testimonianza, è stata davvero bellissima!

Pavlova: Grazie a voi, e spero che anche altre persone abbiano la forza di non fermarsi, di non accontentarsi, ma andare avanti, sempre!

 

AES DOMICILIO seleziona badanti ad hoc, molto competenti, soprattutto ha un vasto ventaglio di scelte tra “badante ad ore”, “badante h24”, o “badante di notte”.

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Cosa Significa Fare La Badante a Torino

Quando si parla di badanti a Torino, molto spesso si evidenzia una certa confusione in merito alle mansioni di questa figura.

La prima cosa che viene chiesta, quando si ha bisogno di una badante, è sicuramente: “ma la badante fa anche questo?” – e se ne sentono di tutti i colori.

Si pretende dalla badante un ufficio da tuttofare domestico: dal pagare le bollette ad accompagnare i cani alla tolettatura.

Cosa deve fare la Badante?

Bene, ci teniamo a dire che la badante può fare ogni cosa, purché venga stipulato prima e ne abbia conoscenza la badante stessa che dovrà manifestare il proprio assenso – anche a mansioni che esulerebbero dalla professione badante strictu sensu, e che andrebbero ad investire una dimensione altra, fatta di accordi tra famiglia e badante, spettanti anche qualche extra sullo stipendio a fine mese.

La badante è una figura che assiste le persone non autosufficienti o parzialmente autosufficienti per svolgere le attività di tutti i giorni, a casa o fuori casa.

Nel caso in cui l’assistito abbia bisogno di supporto costante, ci sarà bisogno di una badante convivente.

Ecco nel dettaglio di cosa si occupa una badante:

  • fare la spesa, preparare i pasti e servirli agli orari concordati,
  • sbrigare le faccende domestiche per mantenere la casa pulita e ordinata,
  • occuparsi della movimentazione e deambulazione, nel caso in cui la persona assistita sia costretta a letto o in sedia a rotelle o abbia difficoltà motorie,
  • accompagnare la persona nelle uscite e commissioni quotidiane,
  • curare la salute e l’igiene personale,
  • verificare che la persona segua le terapie prescritte dal medico,
  • occuparsi della sfera relazionale e tenere compagnia alla persona assistita.

È facile capire che i compiti della badante possono cambiare in base alle condizioni di salute della persona che assiste. Per questo motivo è sempre consigliabile indicare le mansioni in modo chiaro nel contratto di collaborazione.

Capita spesso che ci sia confusione tra queste due figure professionali.
La prima differenza tra colf e badante risiede nei destinatari del loro lavoro. In genere la badante convivente assiste una sola persona, invece la colf convivente supporta tutta la famiglia.

Inoltre, cambiano le mansioni delle due figure. Questo perché la badante è una figura di assistenzaalla persona, mentre la colf si occupa di gestire la casa e in particolare di curare l’ordine e la pulizia.
La famiglia che assume una colf può anche concordare alcuni incarichi ulteriori:

  • preparare i pasti,
  • occuparsi degli animali domestici,
  • occuparsi delle piante.

 AES Domicilio assistenza anziani a domicilio ha a disposizione un grande database di badanti nelle province del Nord Italia. Per maggiori informazioni sulle badanti conviventi… chiamaci! Siamo una referenziata Agenzia, con tariffe badanti estremamente competitive, attiva in tutta la Lombardia, in Emilia-Romagna, in Lazio e in particolare nelle province di Milano, Modena, Bologna e Roma, se cerchi Badanti a Milano, Badante Monza, Badante Como, Badante Lecco, Badante Modena e Badante Bologna.

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Badante in regola ed i contributi: a che cosa servono?

In questo articolo AES Domicilio, agenzia badanti Torino, affronta l’argomento “a che cosa servono i contributi che versiamo per le nostre badanti”.

Il miglior mezzo per contrastare il lavoro nero è informare dei pericoli a cui esso conduce; ma prima che informare dei pericoli del lavoro nero, a nostro avviso sembra necessario informare dei benefici a cui conduce la dichiarazione regolare del lavoro. Molte infrazioni vengono determinate dalla ignoranza.

AES DOMICILIO (assistenza anziani a domicilio, badanti a Milano ed in tutto il Nord Italia) seleziona la badante che occorre alle vostre esigenze, grazie al nostro team di screening il quale oltre che a vagliare le competenze della badante, cerca, immediatamente, di creare un profilo che possa soddisfare le esigenze.

Perché versare dei contributi quando posso risparmiare? Molti, infatti, ignorano ciò che “vanno a coprire” questi contributi, al di là della semplice “pensione” o “liquidazione”, i contributi sono determinanti per tutta una serie di fattori non trascurabili.

 

I contributi per i lavoratori domestici

Il contributo orario dovuto all’Inps per i lavoratori domestici non serve soltanto per garantire loro una pensione, ma anche per assicurare colf e badanti contro la disoccupazione, per le prestazioni sanitarie, per gli infortuni sul lavoro e per altre prestazioni.

Nel dettaglio, il contributo Inps colf e badanti è destinato:

a) per la maggior parte, al fondo pensioni lavoratori dipendenti: gran parte della contribuzione pagata va infatti al Fpld., e serve a coprire l’assicurazione Ivs, invalidità vecchiaia e superstiti (in pratica, serve per la pensione dei lavoratori domestici); l’aliquota è pari al 17,4275%;

b) a finanziare l’indennità di disoccupazione (ora Naspi, precedentemente Aspi): la quota Aspi serve infatti per assicurare il dipendente contro la disoccupazione; nel caso in cui il rapporto sia a termine, è dovuta un’addizionale dell’1,40%;

c) alla Cuaf, cioè alla Cassa unica assegni familiari: questa contribuzione serve per finanziare l’erogazione degli assegni al nucleo familiare (Anf) ai lavoratori domestici;

d) a finanziare l’indennità di maternità: i contributi versati alla Gestione maternità servono difatti a liquidare la relativa indennità alle lavoratrici domestiche per il periodo di astensione obbligatoria (2 mesi prima del parto e 3 mesi successivi, oppure un mese più 4 mesi, qualora la lavoratrice si avvalga della flessibilità);

e) a finanziare l’Inail: la quota Inail copre l’assicurazione per gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali; il datore di lavoro non deve versare premi Inail a parte per colf e badanti;

f) al fondo garanzia Tfr: la quota versata presso questo fondo serve a coprire il dipendente dal rischio del mancato pagamento della liquidazione da parte del datore di lavoro.

Sperando di aver chiarito un po’ le idee, ci auspichiamo che non si cada più nel banale discorso “della pensione”!

Sei alla ricerca di una badante ?

AES Domicilio ha a disposizione un grande database di badanti nelle province del Nord Italia ad esempio in Piemonte: badante Cuneo, agenzia badanti Asti, ecc.

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La Badante: Conoscere i Farmaci

A Torino, la figura della badante può essere molto importante per il supporto dell’anziano. In questo contesto, è importante che la badante a Torino abbia una conoscenza base dei farmaci.

La badante, ancora oggi, è una figura mediale a metà tra la colf, una persona che accudisce, una casalinga, una donna di compagnia; ancora il suo ruolo ci appare intorbidato dalle nostre aspettative e dalle nostre prestrutturazioni.

Tuttavia, semplicemente, una badante è chiaro cosa sia secondo il CNLL (contratto Nazionale delle Badanti), e soprattutto le mansioni vengono accordate con la famiglia in fase precontrattuale: verranno stabiliti gli ordini e le cose da seguire, le mansioni da assolvere, eccetera. Una cosa che non viene mai citata e data per scontato è la conoscenza dei farmaci base.

La Badante ha il dovere di conoscere i farmaci che prende l’assistito

Una badante ha il dovere di conoscere anche il nome dei farmaci che l’assistito dovrà prendere, e possibilmente avere una preparazione generale sui principi attivi di alcuni farmaci. Con questo non si sta dicendo che una badante debba avere una preparazione farmaceutica ma semplicemente conoscere le informazioni ed i nomi di semplici farmaci i quali, però, se presi in modo scorretto possono avere gravi conseguenze, o scatenare anche reazioni allergiche.
Molte volte si optano per “farmaci equivalenti” – questo articolo vuole essere a scopo informativo per le badanti, così da comprendere le piccole ma importanti differenze tra farmaci: Dal punto di vista farmacologico, non esiste alcuna differenza tra un farmaco di marca e un farmaco equivalente. All’atto della registrazione il Ministero della Salute garantisce la pari efficacia del farmaco equivalente con quello di marca (bioequivalenza).
Dal punto di vista economico esiste invece una differenza di prezzo che può essere sostanziale: il farmaco equivalente è più economico del farmaco di marca, deve costare all’atto della registrazione almeno il 20% in meno.
Spesso, per non perdere quote di mercato, i produttori tendono ad allineare il prezzo del farmaco di marca con quello del medicinale equivalente. In poco tempo, per effetto della concorrenza il prezzo di un noto antinfiammatorio di marca si è ridotto del 50% quando, scaduto il brevetto, altre ditte hanno prodotto lo stesso medicinale a un prezzo inferiore.

Il farmaco equivalente non deve più ammortizzare le spese di ricerca (che sono già state ammortizzate durante il periodo di copertura brevettuale). Per commercializzarlo non ci sono spese di promozione perché la molecola è già ampiamente conosciuta da anni.
Pertanto il prezzo di un equivalente può essere molto più basso del prezzo che aveva la specialità di marca, quando il principio attivo era ancora coperto da brevetto.

L’assistenza di una badante è fondamentale per la gestione dei farmaci

Ecco emergere ancora una volta l’essenzialità di una persona che quotidianamente sappia gestire questo ulteriore aspetto.

Solo una assistenza costante è in grado di considerare una necessità così importante quanto primaria e soggettiva!

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Intervistiamo una badante di Torino

Come siamo soliti fare ogni tanto proponiamo qualche dialogo avuto direttamente con una delle badanti Torino che lavorano con noi e che ormai sono delle veterane o viceversa conosciamo da poco!

AES: “Da quanto tempo lavori con noi?”

E: “Da quasi tre anni! Sono molto contenta da quando vivo qui!”

AES: “Perché prima non vivevi in Italia?”

E: “No vengo dall’Ucraina e anche lì facevo la badante convivente, ma qui a Torino mi trovo meglio, le persone sono speciali, amo gli italiani!”

AES: “Non ti manca nulla del tuo paese?”

E: “Mi mancano i miei figli, loro sono già grandi e hanno voluto rimanere li, ogni tanto vado a trovarli, già lavorano, sono bravi, belli e mi danno tanta felicità. Ricordo quando erano piccoli, facevamo tanti sacrifici, mio ex marito ci ha lasciati presto, e io ho dovuto fare qualcosa per mantenerli bene! Ho sempre amato prendermi cura degli altri, l’ho fatto per anni durante la malattia di mio marito e adesso lo faccio come mestiere, almeno tengo testa occupata dai brutti pensieri e dalle mancanze!”

AES: “Deve essere stato difficile lasciare i figli lì, loro vengono a trovarti?”

E:”Si loro vengono ogni tanto quando il lavoro gli da qualche giorno libero, ma anche loro lavorano tanto e quindi ci sentiamo tantissimo e cerco di essere sempre presente!”

AES: “Complimenti è davvero molto bello questo rapporto! Progetti futuri? Ha intenzione di lasciare l’Italia?”

E: “Credo di no, ho fatto tanto per cercare di ambientarmi e trovare una sistemazione, ormai ci sono abituata, però chi lo sa, magari un giorno i miei figli si trasferiranno e potremo stare più vicini! Lo spero tanto!”

AES: “Lo speriamo tanto anche noi, grazie per questa chiacchierata nonché importante testimonianza”.

AES DOMICILIO seleziona badanti ad hoc, molto competenti, soprattutto ha un vasto ventaglio di scelte tra “badante ad ore”, “badante h24”, o “badante di notte”.

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Datore di lavoro, badanti e contenzioso giudiziale a Torino

Badanti a Torino e contenzioso giudiziale: come funziona? Ne parliamo in questo articolo!

Se il datore di lavoro si vede notificare un atto giudiziario relativo ad un ricorso, l’intervento dell’avvocato diventa inevitabile, perché a quel punto sarà necessario difendersi nell’aula di un tribunale.

Il lavoratore nel ricorso dettaglia tutte le sue pretese ed elenca i testimoni che si riserva di presentare al giudice. Il datore di lavoro dovrà a sua volta – almeno 10 giorni prima dell’udienza iniziale – presentare la propria memoria e citare almeno due testimoni che confermino le proprie affermazioni. In sostanza tutta la causa è delineata ancor prima della prima udienza e il giudice monocratico valuterà la congruità della richiesta sulla base delle memorie e, se necessario, ascoltando i testimoni. Anche lì sarà necessario che il datore di lavoro valuti preliminarmente se le richieste del lavoratore hanno fondamento oppure no. Se le richieste appaiono fondate, sarà opportuno prevedere una strategia processuale che favorisca la conciliazione in prima udienza. Fino al 2010 datore di lavoro e lavoratore erano obbligati a tentare una conciliazione preliminare presso la Direzione Provinciale del Lavoro. L’obbligo si traduceva in uno sterile rito in cui l’accordo difficilmente si raggiungeva, se non mai.

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Conciliazione tra badante e datore di lavoro

Attualmente è la prima udienza del processo che viene utilizzata per tentare la conciliazione: il giudice possiede infatti una maggiore “capacità persuasiva” nei confronti delle parti e, qualora ravveda una immotivata scarsa disponibilità da parte di una di esse, non manca mai di sanzionare tale reticenza a livello di sentenza finale. Questo potere discrezionale del giudice produce chiaramente i suoi positivi effetti.

Va inoltre precisato che, a differenza del passato, si è smesso di pensare che “il lavoratore ha sempre ragione”. I moltissimi ricorsi del lavoro ha spinto invece i giudici a trattare la materia con molto più disincanto ideologico e con un sano pragmatismo. Non è più così raro infatti il caso in cui il lavoratore non solo non veda riconosciute le proprie pretese ma venga anche condannato alla copertura delle spese legali e processuali.

Insomma, il datore di lavoro-vittima è un po’ più tutelato dalla giustizia, sempre fermo restante l’esigenza di un buon avvocato che abbia esperienza nel campo e che conosca le leggi da applicare al caso concreto per prevenire contenziosi inutili.